
Da quando è stato introdotta la polizza RC Auto, la formula bonus-malus è sempre stata riassunta da una semplice frase:
“se non faccio incidenti, l’anno prossimo pago meno di Assicurazione”
In realtà, questa semplificazione è assai riduttiva ed ha spesso finito per illudere il cliente, soprattutto per tre motivi:
- abbandono della tariffa unica
- Trasferimento di classe
- aumento del costo della vita.
ADDIO ALLA TARIFFA UNICA
Con la liberalizzazione del mercato delle RC Auto (1994) ogni Compagnia ha diritto di applicare ulteriori sconti rispetto ad una tariffa che precedentemente era considerata Standard. Questa variazione ha portato le Compagnie a personalizzare la propria tariffa non solo in base alla classe di rischio ma anche ad altre variabili scelte dalla Compagnia stessa: tipologia di automobile, provincia di residenza, Compagnia precedente, ecc…
(Per un approfondimento su questo aspetto, invito a leggere il mio articolo di qualche anno fa sulle variabili che compongono un premio RCA)
Già con questa prima variazione, una classe di rischio universale (CU) 1, poteva avere tariffazioni premi diversi tra le varie compagnie.
2007 DECRETO BERSANI, INIZIA IL TRASFERIMENTO DI CLASSE
Il secondo decreto Bersani (decreto legge 31 gennaio 2007, n. 7, convertito poi dalla legge 2 aprile 2007, n. 40) ha permesso il trasferimento di classe all’interno del nucleo famigliare:
Nonostante le buone intenzioni della norma, intenta a non penalizzare i giovani che per la prima volta si avvicinavano ad un contratto assicurativo, le conseguenze sono state almeno ambivalenti
“dal 2007 una CU 1 di un cinquantenne con zero sinistri ha lo stesso valore di un diciottenne neopatentato con genitori in classe 1”

Fatta la legge, trovato l’inganno: “in questo momento, una persona che sposta la residenza per qualche mese a casa di un famigliare/amico/prestanome (…) con una classe universale CU 2 e in quei mesi acquistasse un’auto, farà partire la sua CU dalla n 2 e non dalla 14 e il tutto nel pieno rispetto delle regole”.
La risposta delle Compagnie non si è fatta attendere. Nella tariffazione è stato dato dato maggiore rilievo all’attestato di rischio che testimonia la situazione dei sinistri negli ultimi 5 anni: un attestato di rischio con 5 anni indenni (l’unico “dato certo” per le Compagnie) ha via via assunto maggiore valore ed importanza dal punto di vista tariffario rispetto alla classe di rischio.
CLASSE UNIVERSALE, NON PREMIO UNIVERSALE
Un ultimo importante aspetto è relativo alla confusione tra “classe di merito” e “premio assicurativo”: una classe di merito è una variazione in percentuale rispetto ad una tariffa standard, un premio assicurativo è un importo fisso.
Provo a spiegare questa differenza con la seguente tabelle che illustra il calcolo del premio di polizza con una tarriffa base standard (la procedura di calcolo è ipotizzata in maniera empirica, non ho accesso al data base delle Compagnie assicurative)
ANNO | anno corrente | anno successivo |
CLASSE DI RISCHIO | 02 | 01 |
PRECETUALE DI SCONTO | -12% | -14% |
TARIFFA BASE per una classe 14 | 500,00 euro | 500, euro |
sconto applicato | – 60 euro | -70 euro |
PREMIO DI POLIZZA | 440,00 euro | 430,00 euro |
AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA
A volte, però, può capitare che nonostante le condizioni rimangano invariate con la diminuzione della classe di merito, sia la Compagnia ad applicare degli aumenti legati all’aumento del costo della vita dovuto ad un aumento del
- numero dei sinistri,
- costo delle materie prime
- costo della manodopera
- costo dei carrozzieri
- inflazione.
In questi caso, la tariffa base potrebbe subire un aumento generalizzato rappresentato dalla seguente tabella.
ANNO | anno corrente | anno successivo |
CLASSE DI RISCHIO | 02 | 01 |
PRECETUALE DI SCONTO | -12% | -14% |
TARIFFA BASE per una classe 14 | 500,00 euro | 550 |
sconto applicato | – 60 euro | -77 euro |
PREMIO DI POLIZZA | 440,00 euro | 473,00 euro |
Come si può vedere, il passaggio di classe di merito ha portato ad un’aumento della scontistica applicata dalla Compagnia. Il cliente si aspetta una diminuzione del premio, si aspetta cioè di pagare meno di 440 euro. Purtroppo non tiene conto dell’aumento della tariffa base ed il premio, di conseguenza, aumenta.
Qualcuno potrebbe obiettare che gli aumenti dei costi sono stabiliti in maniera arbitraria dalle Compagnia e quindi potrebbero fare cartello per stabilire un aumento generalizzato dei premi RC auto promo come successo dal 94 al 2007 con aumenti triplicati rispetto al valore dell’inflazione. Quello che posso rispondere, osservando le cose dal “di dentro” è che il decreto Bersani ha rotto il vaso di Pandora e la concorrenza tra le varie compagnie è assai forte. A nessuna compagnia conviene alzare troppo i premi assicurativi, vedrebbe in un attimo perdere importanti quote di mercato. Il differenziale tra premi versati e sinistri pagati rasenta lo zero nella stragrande delle Compagnie.
Ecco allora spiegati motivi dei piccoli aumenti che ogni tanto possiamo riscontrare nel nostro premio di rinnovo. Dal canto mio, mi impegnerò sempre a cercare di mitigare questi aumenti, ma credo sia corretto che anche il cliente possa iniziare ad aspettarsi qualche “ritocco” al suo premio auto.
