Ideas n.3: Stili di Leadership

Ideas n.3: Stili di Leadership

ideas for the future è una raccolta di idee e suggerimenti in ambito aziendale e organizzativo. Alcune sono dei semplici Consigli Pratici, altri sono vere e proprie Strategie Aziendali. Molte di queste idee probabilmente nella tua azienda le utilizzi già, ma sono sicuro che qualcuna ti è nuova. In ogni caso mi farebbe piacere sapere la tua opinione e ti invito a commentarle al termine dell’articolo.”

Lavorando con le organizzazioni, visitando aziende e cooperative, mi capita spesso di dover parlare di stili di leadership. Ora, sull’argomento sono state scritte tantissime cose – autorevole, autoritario, laissez-faire, democratico, orientato al compito, orientato alle relazioni, ecc… – io in questo articolo mi permetto di riassumerle in quattro macro-profili. Sono profili che ho estrapolato da diversi libri letti in questi anni (su tutti La Leadership Autorevole di Becciu e Colasanti soprattutto per quel che riguarda le teorie di Hersey e Blanchard sulla Leadership Situazionale) e che, a mio modo di vedere, aiutano o perlomeno hanno aiutato me, ad analizzare il rapporto del leader con l’organizzazione.

Prima di presentarli, vorrei però fare due premesse molto importanti:

  1. Questi quattro profili non sono profili “statici” ma, anzi, vengono interpretati da ogni leader nei vari momenti lavorativi. Ovviamente, però, ognuno poi, a seconda di diverse motivazioni legate sia al contesto di lavoro che ad aspetti prettamente personali, avrà la tendenza ad assomigliare maggiormente ad uno di questi quattro profili.
  2. Non esiste uno stile di leadership più efficace di altri in senso generale. Esiste invece profili di leadership che funzionano meglio di altri a seconda dell’interazione dinamica che il leader stesso ha con il gruppo ed il contesto.

Veniamo dunque ai quattro profili. Rispetto ad un gruppo il leader si può relazionare in quattro modalità differenti: stando sopra, sotto, davanti o dietro al proprio gruppo di riferimento.

  • Il capo che sta SOPRA è quello che si concentra maggiormente sul controllo. La sua funzione principale è verificare che tutti i suoi collaboratori rispettino le regole. Ha un potere decisionale quasi assoluto. Questo è indicato nei contesti nei quali i compiti richiesti al gruppo sono i più strutturati possibili e il gruppo dimostra un basso grado di maturità (poca autonomia lavorativa, poca iniziativa, poco interesse per il raggiungimento degli obiettivi). L’attenzione generale per il controllo dei vari processi rischia di prevalere sugli aspetti innovativi dell’organizzazione con il rischio di una “staticità” dell’azienda.
  • Al contrario il capo che sta DAVANTI è colui che si preoccupa di condurre l’azienda. Spesso ha forte spinte commerciali ed assume il ruolo del “venditore”. Il leader che sta davanti è spesso fuori a cercare nuovi clienti convinto che in azienda vada tutto bene. Il rischio più forte che corre è quello di “entrare nel bosco alla caccia di un orso e di tornare inseguito da un Grizzly”: si espone così tanto per la sua azienda a tal punto da non riuscire a gestire i processi di cambiamento che questo sforzo ha comportato.
  • Il capo che sta DIETRO è colui che fa correre i propri collaboratori, li valorizza e li assiste…spesso la sua leadership non è percepita e non sempre le decisioni aziendali sono prese con una logica ed una visione di insieme che una posizione apicale può avere. In questo caso il capo ha una grande attenzione alla relazione, contrariamente al capo che sta sopra, la funzione di controllo è scarsamente esercitata, la fiducia nel gruppo è pressoché totale.
  • Il capo che sta SOTTO, è la figura che potrebbe preoccupare maggiormente perché a prima vista non viene esercitata né una funzione di controllo, né innovativa, né di relazione.  Contrariamente a quello che si può pensare, però, questo tipo di leadership in alcune realtà funziona molto bene: pensiamo a quei gruppi con un altro livello di maturità, dove i collaboratori sono motivati al raggiungimento delle finalità prefissate e coinvolti nelle diverse attività.  In un gruppo con diversi “fuoriclasse”, infatti, questo tipo di leadership lascia i collaboratori piena autonomia operativa e ampio spazio di manovra che, soprattutto a breve termine, potrebbero giovare all’organizzazione.

Ribadendo la premessa che, a mio avviso, ogni organizzazione necessita di una propria leadership e non esiste uno stile univoco migliore degli altri, credo che un buon leader dovrebbe conoscere questi quattro stili e sapere adottare il giusto comportamento (controllore, innovatore, osservatore e assistente) a seconda devi vari contesti. Tu che ne pensi? quale profilo senti di interpretare con maggiore facilità? i tuoi leader come si relazionano con te? fammelo sapere nei commenti, mi farebbe davvero piacere sapere la tua opinione.

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Gabriele Destrini Consulting